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Infortuni in edilizia: i dati utili per conoscere meglio i rischi del settore

In Friuli Venezia Giulia, come in tutta Italia, crescono le nuove imprese attive nel settore delle costruzioni, un aumento legato soprattutto al lavoro generato dal superbonus 110%. Si tratta spesso di microimprese poco strutturate, aperte anche da persone senza precedenti esperienze imprenditoriali o da imprenditori che arrivano da settori diversi dall’edilizia. Un fenomeno evidenziato tra gli altri anche dall’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili.
elmetto in un cantiere edile con gru nello sfondo

Questo aspetto può portare a delle importanti criticità in termini di sicurezza sul lavoro. È infatti fondamentale essere consapevoli dei rischi specifici del settore edile, uno dei comparti a maggior rischio di infortuni mortali, come purtroppo evidenziano le cronache anche recenti a livello nazionale. L’Inail stesso prevede a partire dai dati del 2021 un incremento degli infortuni. Si tratta quindi di aspetti che nessuna impresa, anche piccola, può permettersi di sottovalutare. 

In questo senso, molte indicazioni utili vengono dalla Scheda sugli infortuni in edilizia pubblicata in questi giorni dall’Inail. La scheda si basa sulla banca dati di Informo, il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi, e analizza gli infortuni avvenuti nel settore delle costruzioni in termini di caratteristiche, dinamiche di accadimento e fattori causali. Già nel quinquennio analizzato (2014-2018), ben il 64% degli infortuni in edilizia sono avvenuti in microimprese, ovvero in aziende fino a 9 addetti.

Gli infortuni più frequenti in edilizia

Le tipologie di incidenti più frequenti indicate dall’Inail nella scheda sono riconducibili a 3 casistiche.

  • Le cadute di lavoratori dall’alto. Rappresentano oltre la metà degli infortuni (54%) e generalmente avvengono da ponteggi e scale portatili, da tetti/coperture o da altre parti in quota come solai e balconi privi dei necessari sistemi di protezione.
  • Le cadute dall’alto di oggetti e carichi su lavoratori (12%). Riguardano sia cadute di materiali durante il loro sollevamento o trasporto con mezzi di lavoro, sia cedimenti di terreno o parti di muri/pareti.
  • Le perdite di controllo durante la conduzione di mezzi (7%). Riguardano principalmente le macchine per la movimentazione della terra e per i lavori stradali.

Come si vede, queste 3 tipologie di infortuni rappresentano insieme il 73% dei casi, quindi quasi i ¾ degli infortuni analizzati.

Le cause principali degli incidenti

Sintetizzando i dati riportati nella scheda informativa è possibile notare alcuni fattori di rischio ricorrenti nei vari tipi di incidenti. Possono quindi essere considerati tra le principali cause degli infortuni che avvengono durante la realizzazione di opere edilizie. Ecco quali sono.

  • Errori nelle modalità operative dei lavoratori, che avvengono sia per azioni estemporanee sia a causa di problematiche riconducibili ad aspetti gestionali e organizzativi, quali la formazione, informazione, addestramento e le pratiche scorrette abitualmente tollerate in azienda.
  • Assenza di dispositivi di protezione collettivi (parapetti, armature, barriere, ecc.).
  • Non idoneità delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori.
  • Mancata fornitura o non utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale).
  • Carenze nella predisposizione dei luoghi di lavoro, anche in termini di segnalazioni e delimitazioni.

É evidente come su questi aspetti il settore edile debba alzare la guardia e garantire l’adozione di tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie, da predisporre a partire da una corretta valutazione dei rischi.

Misure di prevenzione e protezione generali per l’edilizia

Proprio per la pericolosità intrinseca delle attività lavorative nel settore delle costruzioni e l’elevato indice di accadimento infortunistico riscontrato nel tempo, il D.lgs. 81/08 (Testo Unico sulla sicurezza) dedica l’intero Titolo IV e 15 allegati (dal IX al XXIII) al comparto edile, individuando misure generali e misure specifiche. 5 le fondamentali misure di prevenzione e protezione generali che l’Inail evidenzia nel suo elaborato.

  1. Organizzazione del cantiere e delle attività lavorative, che va effettuata con congruo anticipo rispetto alla data di inizio dei lavori edili.
  2. Formazione, informazione e addestramento di tutti i lavoratori, anche in merito alle specificità del cantiere edile.
  3. Coordinamento e sorveglianza continua delle attività di cantiere da parte dei preposti (che devono essere individuati e correttamente formati); i preposti devono sovrintendere, vigilare e intervenire in caso di situazioni di potenziale pericolo. Tra l’altro l’importanza del ruolo del proposto è ribadita anche dalle modifiche al D.lgs. 81/08 recentemente entrate in vigore.
  4. Cooperazione e coinvolgimento, con regolare scambio di informazioni tra i datori di lavoro, i preposti e i lavoratori.
  5. Adozione di modelli di organizzazione e gestione (secondo quanto previsto dal d.lgs. 231/2001), la cui corretta attuazione rende meno probabile che avvengano eventi infortunistici.

É vero, la normativa in materia di sicurezza sul lavoro è in continuo aggiornamento e non è sempre facile orientarsi tra gli adempimenti necessari per garantire condizioni di lavoro sicure e non rischiare sanzioni amministrative e penali. Una soluzione può essere quella di affidarsi a consulenti competenti per il settore dell’edilizia.

Polo 626 può aiutarti a gestire gli aspetti legati alla sicurezza e prevenzione sul lavoro e all’assolvimento degli obblighi di legge, nel pieno rispetto di quanto previsto dal D.lgs. 81/08.

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