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Punture di api, vespe, calabroni: attenzione a questi rischi

Le punture di api, bombi, vespe, calabroni sono eventi abbastanza frequenti, soprattutto d’estate e per chi lavora all’aperto. Attenzione anche al rientro delle ferie con i locali e i luoghi di lavoro rimasti chiusi o poco frequentati.

Il rischio di essere punti non va sottovalutato perché può portare a reazioni allergiche anche molto gravi. Fondamentale è riconoscere i sintomi di possibili allergie e sapere cosa fare.

Quali sono i rischi

Chi è più a rischio

Quando fare più attenzione

Dove fare più attenzione

Cosa fare per evitare di essere punti

Focus per il datore di lavoro: come ridurre il rischio

Cosa fare in caso di puntura

Quali sono i rischi

Api, bombi, vespe, calabroni sono insetti appartenenti alla specie degli imenotteri aculeati. Vivono in colonie all’interno di nidi (alveari/favi) e possono essere più o meno aggressivi verso l’uomo, soprattutto vicino al nido. Mentre api e bombi generalmente pungono per difesa, vespe e calabroni sono più aggressivi.

Attraverso il pungiglione questi insetti iniettano del veleno che può scatenare reazioni che variano da persona a persona.

Una reazione locale lieve (gonfiore e rossore) circoscritta alla zona della puntura è considerata normale. In soggetti sensibili o allergici le reazioni possono essere più estese e gravi.

Fare attenzione in questi casi.

Reazioni locali estese: gonfiore e rossore estesi, con oltre 10 cm di diametro rispetto alla zona della puntura, e che possono persistere per diversi giorni.

Reazioni allergiche sistemiche: reazioni che interessano vari organi o tutto il corpo, con sintomi come orticaria, prurito diffuso, vomito, dolori addominali, vertigini, sudorazione, aumento del battito cardiaco, difficoltà a respirare fino alla perdita di coscienza e allo shock anafilattico. Se non trattato tempestivamente lo shock anafilattico può essere mortale.

In caso di punture multiple i rischi per la salute sono maggiori, anche per chi non è allergico, perché la quantità di veleno iniettata è maggiore.

Il pericolo può aumentare anche in base a dove è localizzata la puntura. Le punture al viso e al collo, e in particolare alla gola e alla bocca, sono più pericolose, anche in soggetti non allergici, perché il gonfiore può ostruire le vie respiratorie.

Generalmente i sintomi più gravi compaiono in breve tempo (da pochi minuti a due ore dalla puntura), per questo è fondamentale chiamare subito i soccorsi.

Chi è più a rischio

I lavoratori più a rischio perché più esposti sono quelli che svolgono attività all’aperto, come:

  • apicoltori
  • agricoltori e allevatori
  • manutentori del verde, giardinieri, forestali
  • operatori dei servizi ambientali (addetti alla raccolta rifiuti, spazzamento, gestione di ecopiazzole, ecc.)
  • lavoratori edili
  • operai comunali (compresi addetti LSU e LPU)
  • vigili del fuoco
  • in generale chiunque lavori all’esterno.

Sono a rischio anche manutentori (per es. di impianti di illuminazione, presidi antincendio, ecc.) e chi esegue ispezioni o attività in vani o locali poco usati o frequentati.

Inoltre, indipendentemente dall’attività, sono a rischio tutte le persone che sono già state punte e che hanno manifestato una reazione allergica. Le punture successive alla prima possono causare reazioni più gravi.

I lavoratori allergici o che sospettano di essere allergici devono informare il medico competente.

Quando fare più attenzione

Nelle nostre zone gli imenotteri sono in attività dalla primavera all’autunno.

Il rischio è maggiore in particolare d’estate e fino all’inizio dell’autunno (ma dipende anche dall’andamento stagionale), quando le colonie raggiungono il massimo della loro espansione. I nidi in questo periodo possono crescere fino a contenere centinaia e in certi casi anche migliaia di insetti.

Dove fare più attenzione

Spesso gli incidenti che portano a punture di api, bombi vespe, calabroni avvengono durante attività che coinvolgono involontariamente i loro nidi o comunque in prossimità degli stessi.

I luoghi in cui questi imenotteri possono costruire il nido sono vari, anche a seconda della specie.

In genere questi insetti scelgono di costruire il nido in zone calde e riparate, poco frequentate o difficili da raggiungere. Attenzione a luoghi come:

  • alberi cavi o con fusti irregolari, ceppi, arbusti, piante, alberi da frutta, vigneti
  • buchi nel terreno e nelle rocce, anfratti e cavità sotterrane
  • sotto le tegole dei tetti
  • pensiline, tettoie, portici, gazebo
  • camini, cornicioni, grondaie
  • solai e sottotetti, controsoffitti, fessure nei muri
  • strutture in metallo (capanni, profilati tubolari, ecc.)
  • parapetti, cancellate, cassette della posta
  • quadri elettrici, contatori, cassette per idranti e simili
  • profili delle finestre, davanzali, cassonetti delle tapparelle
  • scantinati, soffitte e in generale vani e locali poco utilizzati o frequentati
  • cassonetti e depositi di rifiuti
  • legnaie, fienili, depositi agricoli, stalle, pozzi
  • edicole funerarie
  • vecchi edifici, ecc.

Cosa fare per evitare di essere punti

  • Ispezionare periodicamente l’area di lavoro per verificare la presenza di nidi di vespe, api, calabroni e altri imenotteri
  • In presenza di un nido, affidare le bonifiche solo a personale esperto (vigili del fuoco, ditte specializzate)
  • Non utilizzare gli insetticidi per zanzare o altri insetticidi sui nidi: la loro azione è lenta e di solito le api, le vespe o i calabroni fanno in tempo a pungere prima di morire
  • Usare cautela quando si lavora all’aperto e nei luoghi dove potrebbero esserci nidi
  • Tenersi lontani da alveari
  • Indossare indumenti a manica lunga, pantaloni lunghi e calzature idonee
  • Evitare di indossare abiti larghi, di colore scuro, sgargiante o con motivi floreali
  • Evitare di usare profumi, lacca per capelli o creme e cosmetici profumati
  • Non lasciare cibi e bevande scoperti
  • Non bere direttamente dalle lattine aperte (potrebbe esserci entrato un insetto e si rischiano punture alla bocca)
  • Chiudere bene e tenere puliti i contenitori dei rifiuti
  • Tenere chiusi i finestrini di auto e mezzi di lavoro
  • In presenza di imenotteri cercare di mantenere la calma, allontanarsi con cautela, evitare di fare movimenti bruschi e di urlare, non cercare di schiacciarli (se minacciati potrebbero liberare nell’aria ferormoni che funzionano come un segnale d’allarme e richiamano altri individui della specie).

Focus per il datore di lavoro: come ridurre il rischio

1. Valutare il rischio da puntura di api, bombi, vespe, calabroni sul lavoro

2. Prevedere e formare un numero adeguato di addetti al primo soccorso

3. Formare e informare i lavoratori sul rischio di essere punti

4. Quando necessario, prevedere idonei DPI per evitare punture (guanti, ecc.)

5. In caso di lavoro solitario/isolato valutare misure specifiche

6. Dove possibile, applicare le zanzariere alle finestre dei luoghi di lavoro.

Cosa fare in caso di puntura

  • Se il pungiglione è rimasto conficcato nella pelle (solo in caso di puntura di api), cercare di rimuoverlo senza stringerlo tra le dita, per evitare di iniettare altro veleno; è meglio usare uno strumento a bordo smussato come una limetta per rimuoverlo dal basso
  • Se possibile, controllare l’orario per valutare il tempo di comparsa dei sintomi
  • Se possibile, disinfettare la zona interessata e tamponare con ghiaccio
  • in caso di punture multiple, di sintomi di gonfiore e dolore prolungati e aggravati o se si accusano i sintomi da reazione allergica sistemica chiamare subito il 112
  • nell’attesa dei soccorsi la persona non va lasciata sola e se perde coscienza, va posta in posizione laterale di sicurezza.

Le persone allergiche già punte in precedenza e che hanno sviluppato una reazione allergica grave devono portare sempre con sé un kit di farmaci di emergenza (antistaminici, cortisone, adrenalina auto-iniettabile). Rivolgersi ai centri di riferimento per avere indicazione sulle terapie da tenere con sé e per eventuali percorsi di desensibilizzazione (“vaccino”). In Italia gli auto-iniettori di adrenalina sono gratuiti per le persone allergiche (qui le indicazioni per il Friuli Venezia Giulia).

Se nella squadra di lavoro c’è una persona allergica, è opportuno che anche i colleghi sappiano riconoscere i sintomi dello shock anafilattico e sappiano esattamente come usare il kit di emergenza.

Se devi fare la valutazione dei rischi sul lavoro, la formazione del personale o per ulteriori informazioni, contatta il nostro staff per una consulenza mirata per la tua attività.

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