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Radon: cosa fare subito nei luoghi di lavoro

Il radon è un gas radioattivo che non si percepisce, ma che può essere molto pericoloso. Nei luoghi di lavoro dove il rischio è più alto i datori di lavoro devono misurare la concentrazione media annua di gas radon in aria. L’obbligo riguarda anche tutti i luoghi di lavoro seminterrati e quelli situati al piano terra, se si trovano nei comuni e nelle aree più a rischio (aree prioritarie).

In Friuli Venezia Giulia le aree prioritarie sono state stabilite a dicembre 2024 e in queste aree i datori di lavoro devono iniziare le misurazioni nei luoghi di lavoro situati al piano terra o semisotterranei.

La prima cosa da fare è controllare se si rientra nell’elenco dei comuni e delle aree prioritarie. Se si rientra, bisogna iniziare le misurazioni della concentrazione di gas radon nei luoghi di lavoro al piano terra o semisotterranei.

In caso di luoghi di lavoro sotterranei, invece, la misurazione va fatta sempre, indipendentemente dal comune in cui ci si trova (come anche nel caso di stabilimenti termali e nei luoghi di lavoro specifici individuati dal Piano Nazionale d’Azione per il radon, si veda oltre).

Sulla base dei risultati delle misurazioni di concentrazione di radon nei luoghi di lavoro va aggiornato il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi).

Cos’è il gas radon

Il radon nei luoghi di lavoro

Gli obblighi in caso di luoghi di lavoro semisotterranei e al piano terra

Quali sono le aree prioritarie in Friuli Venezia Giulia e cosa devono fare i datori di lavoro

Chi effettua le misurazioni del radon

Quali sono le sanzioni se non si rispetta la legge

Cos’è il gas radon

Il radon è un gas radioattivo naturale, che si genera nelle rocce e nei suoli. È inodore, incolore e insapore e per questo non si percepisce, ma se inalato può essere molto pericoloso. Il radon, infatti, è ritenuto la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di tabacco.

All’aria aperta i livelli di gas radon solitamente si mantengono bassi, ma all’interno degli edifici il radon può arrivare a concentrazioni in aria anche molto elevate, penetrando attraverso il suolo, i materiali da costruzione, l’acqua. L’esposizione al radon negli ambienti chiusi è quindi un rischio rilevante per la salute della popolazione.

Un problema che riguarda in particolare l’Italia, dove la concentrazione media di radon nei luoghi chiusi è quasi il doppio del valore medio mondiale (come evidenziato nel documento dell’INAIL-Prevenzione e protezione dall’esposizione al radon nei luoghi di lavoro secondo la normativa vigente, 2024).

Il radon nei luoghi di lavoro

Il radon è potenzialmente presente in ogni luogo di lavoro, indipendentemente dall’attività svolta, ma ci sono situazioni dove il rischio di esposizione al radon è più alto. Per legge, in questi luoghi, il datore ha l’obbligo di misurare la concentrazione media annua di radon in aria, per tutelare la salute dei lavoratori.

Per i luoghi di lavoro, il livello massimo di riferimento in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria è di 300 Bq/m3 (Direttiva 2013/59/Euratom).

La legge di riferimento a livello nazionale è il D. Lgs. 101 del 2020.

Secondo questa normativa, la concentrazione del radon in aria va obbligatoriamente misurata nei seguenti luoghi di lavoro:

  1. nei luoghi di lavoro sotterranei[1]
  2. nei luoghi di lavoro in locali semisotterranei o situati al piano terra, se si trovano nelle aree prioritarie
  3. nelle specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate dal PNARPiano Nazionale d’Azione per il Radon 2023-2032 (ovvero: locali chiusi con impianti di trattamento per la potabilizzazione dell’acqua in vasca aperta; impianti di imbottigliamento delle acque minerali naturali e di sorgente; centrali idroelettriche)
  4. negli stabilimenti termali.

La misurazione della concentrazione di gas radon nei luoghi di lavoro deve durare un anno.
La concentrazione di radon negli edifici, infatti, può cambiare nel corso del giorno e delle stagioni, con valori più alti osservati di solito nelle prime ore del mattino e di inverno, a causa del mancato ricambio d’aria e della differenza di temperatura tra interno ed esterno[2] .

Gli obblighi in caso di luoghi di lavoro semisotterranei e al piano terra

Per i luoghi di lavoro semisotterranei o situati al piano terra, la normativa prevede l’obbligo di effettuare le misurazioni della concentrazione media annua di gas radon se questi luoghi di lavoro si trovano nelle cosiddette aree prioritarie. Ovvero in quelle aree in cui le concentrazioni di radon al chiuso sono mediamente più elevate.

L’elenco delle aree prioritarie a rischio radon è individuato da ciascuna Regione e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, secondo quanto previsto dall’art. 11 del D. Lgs. 101/2020.

Il datore di lavoro deve completare le misurazioni della concentrazione di radon nei locali semisotterranei e nei locali situati al piano terra entro 18 mesi dall’individuazione delle aree prioritarie di cui all’art. 11 comma 3. Ovvero dall’individuazione di quelle zone nelle quali la stima della percentuale di edifici che supera il livello di riferimento di 300 Bq/m 3 è pari o superiore al 15%[3].

Quali sono le aree prioritarie in Friuli Venezia Giulia e cosa devono fare i datori di lavoro

In Friuli Venezia Giulia[4] l’elenco dei comuni classificati in area prioritaria ai sensi dell’art. 11 comma 3 del D. Lgs. 101/2020 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 299 del 21 dicembre 2024. Si tratta di 51 comuni, più 2 circoscrizioni del comune di Trieste.

I datori di lavoro che ricadono nelle aree prioritarie in Friuli Venezia Giulia devono, quindi, iniziare le misurazioni nei propri luoghi di lavoro e proseguire con le misurazioni per un anno, per completarle a giugno 2026.

Di seguito riportiamo l’elenco dei comuni del Friuli Venezia Giulia e l’elenco delle circoscrizioni del comune di Trieste classificati in area prioritaria a rischio radon[5]. Tali elenchi sono visibili anche sotto forma di mappa con codice colore sul sito dell’ARPA FVG:
https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/radiazioni/sezioni-principali/radon/aree-prioritarie/.

Elenco dei comuni del Friuli Venezia Giulia classificati in area prioritaria a rischio radon


*Probabilità percentuale di superamento della soglia di 300 Bq/m³ per ogni comune

Elenco delle circoscrizioni del comune di Trieste classificate in area prioritaria a rischio radon


*Probabilità percentuale di superamento della soglia di 300 Bq/m³ per ogni comune

Chi effettua le misurazioni del radon

Per misurare la concentrazione media annua di attività radon in aria il datore di lavoro deve avvalersi di servizi di dosimetria riconosciuti dalla legge, secondo quanto previsto dall’ art. 155 del D. Lgs. 101/2020.

Le misurazioni devono essere effettuate secondo le modalità previste nell’Allegato II del D. Lgs. 101/2020. Nello specifico, vanno impiegati dispositivi di misurazione per un intero anno solare, con uno o più periodi di campionamento consecutivi e utilizzando metodi di misura riferiti a norme tecniche nazionali o internazionali.

Nell’individuare i punti di misura va tenuto conto che, ad integrazione di quanto previsto dall’Allegato II del D. Lgs. 101/2020, il Piano Nazionale d’azione per il radon (PNAR 2023-2032) prevede che sono esenti dalla misurazione i seguenti luoghi di lavoro:

  • locali di servizio, spogliatoi, bagni, vani tecnici, sottoscala, corridoi
  • locali a basso fattore di occupazione: minore di 100 ore/anno

Il datore di lavoro è responsabile della corretta gestione dei dispositivi di misurazione durante il periodo di misurazione.

Al termine della misurazione il servizio di dosimetria rilascia una relazione tecnica con i risultati della misurazione e con il contenuto indicato nell’allegato II del D. Lsg. 101/2020.

La relazione tecnica rilasciata dal servizio di dosimetria costituisce parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

Inoltre, se la concentrazione media annua di attività di radon in aria non supera il livello di riferimento (300 Bq/m³, ), il datore di lavoro ha l’obbligo di elaborare e conservare per 8 anni un documento contenente l’esito delle misurazioni nel quale è riportata anche la valutazione delle misure correttive attuabili (art. 17 comma 2). Questo documento è parte integrante del DVR, insieme alla relazione tecnica del servizio di dosimetria. Le misurazioni vanno ripetute dopo 8 anni o oppure successivamente all’esecuzione di interventi edilizi che comportino lavori strutturali[6] o di interventi volti a migliorare l’isolamento termico.

Se la concentrazione media annua di attività di radon in aria supera il livello di riferimento, il datore di lavoro è obbligato ad adottare entro due anni misure correttive per ridurre i valori di concentrazione di radon negli ambienti interni (avvalendosi di un esperto di interventi di risanamento radon) e a effettuare una nuova misurazione (e successivamente ogni 4 anni).

Quali sono le sanzioni se non si rispetta la legge

Il datore di lavoro che non effettua con le modalità e con le scadenze indicate le misurazioni e le valutazioni previste, rischia l’arresto da uno a sei mesi o una multa da 2.000 € a 15.000 € (art. 205 comma 1 del D. Lgs. 101/2020).

Se il datore di lavoro, in caso di superamento del livello di riferimento (300 Bq/m³), non si avvale di un esperto di interventi di risanamento o non adotta misure correttive, rischia l’arresto da sei mesi a un anno o una multa da 5.000 euro a 20.000 euro (art. 205 comma 2 del D. Lgs. 101/2020).

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e-mail: info@polo626.com

tel.: 0432 699778

1. Definiti dal D. Lgs. 101/2020 come locali o ambienti con almeno tre pareti sotto il piano campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno.

2. Come evidenziato nel documento “RADON: proposta per l’individuazione delle aree prioritarie del Friuli
Venezia Giulia”, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1622 del 31 ottobre 2024.

3. L’art. 17 del D. Lgs. 101/2020 stabilisce i tempi per completare le misurazioni di radon anche nelle altre tipologie di luoghi di lavoro in cui è obbligatorio fare misurazioni di radon (ovvero: sotterranei; locali chiusi con impianti di trattamento per la potabilizzazione dell’acqua in vasca aperta; impianti di imbottigliamento delle acque minerali naturali e di sorgente; centrali idroelettriche; stabilimenti termali). In particolare, nei luoghi di lavoro sotterranei le misurazioni vanno fatte sempre, indipendentemente dal comune in cui si trovano, e vanno concluse entro 24 mesi dall’inizio dell’attività. Sui sotterranei vedi anche l’approfondimento: Locali sotterranei: aggiornate le norme per la sicurezza sul lavoro.

4. L’elenco delle aree prioritarie è stato individuato e pubblicato in Gazzetta ufficiale anche in altre regioni come per esempio Sardegna, Piemonte e Lombardia già negli anni scorsi e, più recentemente, Toscana. In Veneto l’elenco dei comuni in area prioritaria è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale il 13 maggio 2025 e si è in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

5. Attenzione: in Friuli Venezia Giulia la normativa regionale vigente sui servizi educativi per l’infanzia stabilisce che “i locali destinati alla permanenza dei bambini e degli operatori non devono presentare concentrazioni di gas radon superiori a quelle raccomandate dall’Unione Europea per gli edifici ad uso abitativo”, Regolamento regionale emanato con DPReg. 230/2011 e s.m.i. in attuazione della Legge Regionale 20/2005. In questi locali quindi, indipendentemente dalla loro collocazione, va sempre fatta la misura della concentrazione del radon indoor. I livelli di riferimento per le abitazioni sono: a) 300 Bq/m³ in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per le abitazioni costruite entro il 31 dicembre 2024; b) 200 Bq/m³ in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria per abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

6. E più precisamente in caso di interventi previsti all’art. 3, comma 1 lettere b), c) e d) del Testo Unico dell’Edilizia (interventi di manutenzione straordinaria, interventi di restauro e di risanamento conservativo, interventi di ristrutturazione edilizia) che comportano lavori strutturali a livello dell’attacco a terra.

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